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ARTICOLO TRATTO DA "IL CITTADINO" DEL 09/08/2010 - Fabio, un appello per continuare le cure
 

Corte Palasion Il piccolo, affetto dalla sindrome di West, è in America per la terapia: ma si teme per il ritorno in Italia
Fabio, un appello per continuare le cure
Il grido d’aiuto della mamma: «La riabilitazione è a rischio»
 

Corte Palasio Vuole camminare, ma due ore di fisioterapia a settimana non basteranno. La battaglia per salvare Fabio Muroni, il piccolo di Cadilana affetto dalla sindrome di West, una forma rara di epilessia, continua. I genitori lanciano un grido di allarme, alle istituzioni e alla politica. Più di prima. Fabio, dopo essere stato in Florida è tornato in Michigan. Sta reagendo positivamente all’attività motoria, ma il vero problema sarà al suo ritorno. La sanità pubblica italiana gli concede due ore settimanali soltanto di fisioterapia. Per lui non bastano, ce ne vogliono almeno tre al giorno, e questo sarà un problema. Ad aiutarlo fino ad ora è stata la solidarietà dei lodigiani. Adesso serve un intervento della politica e delle istituzioni. «Fabio ha fatto un mese di fisioterapia nel Michigan presso il centro Llc Therasuit di Izabela Koscielny - spiega la mamma di Fabio, Michela Amato -. Il bambino ha lavorato con una brava terapista, è stato sottoposto a tecniche molto efficaci. In Italia siamo molto arretrati rispetto all’America. Fabio ha tante potenzialità, ma deve lavorare tre ore al giorno anche quando torniamo in Italia». Intanto, in questi giorni il piccolo Muroni è volato in Florida per delle cure ulteriori. «Stiamo continuando il percorso riabilitativo - aggiunge la mamma -. Abbiamo sospeso però la camera iperbarica per carenza di fondi. Gli specialisti dicono che Fabio deve sempre portare i tutori e lavorare tutti i giorni per tre ore. Ha, infatti, tutte le potenzialità per migliorare. La patologia lo porta a utilizzare meglio la parte destra del corpo, per questo deve insistere e fare movimenti sulla sinistra. Quando è in piscina muove le gambe come se volesse camminare. Ci hanno detto che dovrebbe farlo tutti i giorni, che può arrivare a essere autonomo, a portare da solo le posate alla bocca. La piscina lo aiuterà tanto. Lo stesso discorso vale per la logopedia». La famiglia è amareggiata. «Sappiamo già - continua Amato - che tornando in Italia tutto questo sarà un’impresa. L’Asl di Lodi, infatti, concederà solo due ore alla settimana per la fisioterapia. Prima di partire per l’America abbiamo fatto una visita al centro privato di Lodi per la logopedia. Purtroppo ci hanno detto che con bambini come Fabio non lavorano e che dovremmo andare a Milano, a pagamento. Penso che tutto ciò sia una vera vergogna. In questi due anni ho conosciuto mamme con problematiche simili a quelle di Fabio. La differenza è che a loro vengono concesse cinque ore alla settimana a domicilio, tramite l’Asl. Non solo, hanno anche ottenuto il rimborso, per tre volte, per le terapie che devono fare qua in America. Sto parlando dell’Asl di Salerno, di Caserta e della Campania in generale, del Lazio, della Calabria, della Puglia e del Veneto. Vi sembra poco?». La mamma è disperata: «Lanciamo un appello perché qualcuno ci venga incontro e perché Fabio - dice - possa continuare anche a casa la riabilitazione, facendo poi, saltuariamente, il percorso intensivo qua, dove sono specializzati». Il direttore sanitario dell’Asl Mauro Agnello promette, dal canto suo «un impegno per venire incontro a questa esigenza».Cristina Vercellone
 


 

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